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Una pagina a parte è quella degli amici, dei compagni d'uscita, di quelli che  in modo non occasionale hanno diviso con me allenamenti e corse (e chiacchiere, progetti, appuntamenti, fatiche); parlo soprattutto di quelli con cui si esce non in gruppo, ma in due soltanto, massimo in tre, dividendo ogni parola ed ogni emozione, facendo sport insieme, sprintando sul dosso e fermandosi al bar per un caffè.

Ne ricordo alcuni: in cima pongo quelli che mancano, spariti in un istante:

il buon Pietro Cannizzaro, indomito scalatore, gran combattente, ciclista vero, mai piegato dalle offese della vita. Lottava sempre e si metteva in sella ("Aspetta tre mesi e te le suono, capità"). Partito in silenzio in un mattino d'estate.

 Poi Salvatore Signorino e Mauro Dominici; il primo, Salvatore, morto di leucemia nel pieno degli anni, non prima d'aver mostrato la sua  cristallina  classe nell'atletica leggera e poi nel ciclismo, ma soprattutto una cultura sportiva che ha pochi riscontri; ricordo le belle uscite con lui degli anni '99 e 2000 e le gare corse fianco a fianco (la Rieti/Terminillo del 2000, le due gare di Canistro, la Gran Fondo del Turano).

L'altro -il "Corridorino"-  schiacciato da un'auto in allenamento, compagno di tante uscite alla fine degli anni '90 (il Giro dei Simbruini, il Giro dei Sibillini, pubblicato sulla rivista "Cicloturismo", una marea di biciclettate e scalate io e lui insieme).

Poi gli altri: Carlo Pasquarelli, primo compagno d'uscita della mia lunga carriera (metà degli anni '70 -categoria Allievi-), atleta serio, orgoglioso, tenace, forte scalatore.

 Alberto Ciaccafava, compagno di fatica alla fine degli anni '70, simpatico, estroso, per nulla amante della fatica ma gran velocista.

 Paolo Caresta, col quale ho diviso due anni di corse e le vittorie al tempo dei Trappers (anni '82 ed '83): un amico prezioso in gara e fuori ed un grande appassionato.

Gli amici reatini: Alessandro Pizzoli, primo compagno d'uscita degli anni reatini, dall'allegria e dall'ottimismo contagiosi ("Noi, Giorgio, gliela facciamo vedere, Domenica").

 Luigi  (Gigi) Scardini, col quale ho diviso alcuni dei migliori anni reatini (il 2002, il 2003 ed il 2004), scalatore,  atleta forte e ragazzo generoso come pochi, che ho visto crescere da cicloturista a bravo corridore; con lui ho affrontato e messo in cascina  salite a centinaia. L'amico più fedele dei primi anni duemila.

 Luca Nobili, conosciuto nel lontano '96 e poi negli anni rimasto buon amico e compagno d'uscita  (anche quando per motivi di studio e di lavoro ha dovuto chiudere la breve stagione delle gare): passista da Giro delle Marmore ("leva quel 39, Giò").

Stefano Ferminelli, grande passista e persona schietta e rigorosa come poche. Mio sodale in più d'una squadra e compagno d'avventura nelle corse contro il Tempo, passione dell'ultima fase della mia carriera.

Poi gli altri amici (seppur non compagni d'uscita): Luciano Santarelli, il mio tecnico e ciclista di fiducia, col quale ho passato infinite ore a parlare del ciclismo e della vita (e a mettere a punto il mezzo meccanico).

Altri nomi, amici, compagni: Italo Marinelli, Marco Onori, Roberto Biscetti, Fiorello Lancia, Massimo Mancini, Giovanni Festuccia, Luca Lucci, Marco Panfilo, Gianni Brunelli, Valerio Pasquetti, Carlo Frutti, altri ancora.

Per alcuni son stato "Il corridore", per altri invece "Il capitano", oppure ancora  "Il professore".

A tutti un saluto ed un arrivederci. Ci incontreremo al prossimo tornante.